CLAUDIO | CESARI

Impegnato attivamente in ITALIA NOSTRA e nella ricerca

ambientalista dagli anni Settanta ad oggi, CESARI ha “messo in gioco”

attenzione, ingegno e creatività,contemplando

la natura e rendendola puntualmente oggetto di un’acuta riflessione.

Luca Sommi – Assessore alla cultura di Parma

BIOGRAFIA
C laudio Cesari nasce nel 1939 a Collecchio e qui vive e lavora fino al 2018, anno della sua scomparsa. Tutta la sua attività artistica è permeata dalla sua voglia di osservare e restituire un’immagine del mondo, attraverso la sperimentazione di generi e l’utilizzo di mezzi e tecniche espressive che padroneggia e all’interno delle quali si muove con assoluta nonchalance.
Tra i suoi interessi, quello che sicuramente ha segnato di più le sue attività, sociali e artistiche, è stato il fiume Taro.
Qui nel gretto del fiume, di fronte alla maestosità del panorama, inizia a prendere vita la sua coscienza ambientalista e lo stupore per il sublime divenire della natura ancora non toccata dalla mano dell’uomo.
Fin dalla seconda metà degli anni Cinquanta Claudio Cesari inizia la sua proficua produzione artistica con lavori di carattere paesaggistico, in cui appare da subito la sua tendenza a semplificare e sfumare le vedute per rendere di più la sua impressione di fronte alla natura. Il tema ambientalista e il suo interesse per la storia e la tradizione locale, divengono nel tempo due parti di una dicotomia che permea profondamente gran parte della sua produzione artistica dalla pittura alla fotografia.
La sua frequentazione dell’ambiente artistico locale lo avvicinano a due figure di spicco quali Alberto Cattani e Attilio Marchetti. Sarà poco più avanti che verrà in contatto con Amos Nattini, accademico prodigo per lui di utili consigli.
“Da loro – confesserà in seguito – ho appreso alcuni principi che ritengo inossidabili. Innanzitutto la passione per l’arte, il sapersi accontentare di quello che abbiamo attorno a noi, il saper apprezzare le piccole cose e soprattutto il mantenersi con uno spirito giovane e curioso, pur invecchiando”.

IMPEGNO AMBIENTALISTA
Tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima degli ani Settanta, l’attenzione del pubblico viene prepotentemente investita da due annose questioni ambientali: la parziale distruzione dei Boschi di Carrega, a causa di un’insistente speculazione edilizia che rischia di rovinare irrimediabilmente il territorio, e il potenziamento della raffineria di petrolio di Fornovo Taro, che minaccia la natura del fiume così caro all’artista.
Questi avvenimenti smuovono le coscienze di molti giovani che come lui sentono la necessità di salvaguardare l’ambiente fluviale e quella rara “foresta in pianura” che costituisce un polmone verde per la città e i comuni circostanti, oltre che un patrimonio storico, architettonico e artistico.
Sono questi i catalizzatori che favoriscono, nel 1975, la nascita della sezione locale di “Italia Nostra” di cui Claudio Cesari sarà, fino a tempi recenti, presidente e carismatico leader. Oltre ai temi prettamente ambientalisti, “Italia Nostra”, si impegna da subito nella questione culturale che gravita attorno all’uomo e alla sua identità culturale per la difesa delle peculiarità urbanistiche, architettoniche, artigianali, della tradizione e folcloristiche in senso lato.

Dal giugno 1984 “Italia Nostra” diventa un vero e proprio centro culturale dove si svolgono concerti, conferenze, riunione, e conferenze di vario genere.

In questo periodo Claudio Cesari approccia, oltre al disegno in bianco e nero per dare sfogo al suo spirito più poetico, la tecnica dell’acquerello che adotta in particolare per rendere i temi paesaggistici che più gli sono cari: gli scorci del fiume, del quale riprende, alla maniera degli impressionisti, il mutare della luce e delle sue tonalità, nelle diverse stagioni e momenti della giornata.

Nel 1985 nasce una nuova rivista di carattere ambientalista: “Parma Natura”, che cambierà successivamente testata in “Ambiente e natura del Po e degli appennini”, della quale Claudio Cesari fa parte fin dal primo numero del comitato di redazione.

Nel giugno 1987 sono in programma le elezioni politiche e l’artista, insieme ad altri ecologisti, decide di candidarsi alla Camera per cercare di apportare un significativo contributo alla diffusione dei temi ambientali. Il suo impegno politico non si limiterà a questo frangente, ma, sempre con gli stessi precisi intendimenti sarà protagonista della scena politica locale.

ISPIRAZIONI
Nel suo processo creativo ha un forte peso l’ispirazione fornitagli dalla moglie, Miranda Amoretti, delicata e sensibile poetessa, autrice di versi spesso dedicati ai temi naturalistici che il marito tratta con il pennello o la reflex. Una testimonianza di questo connubio è sicuramente il volume intitolato “Collecchio, la sua terra, la sua gente” che raccoglie fotografie di paesaggi della campagna, del bosco e del fiume, ma anche delle opere dell’uomo.

È nei primi anni Novanta che Cesari inizia a orientare la sua sperimentazione sul paesaggio materico, che permette allo spettatore di godere di un’opera cangiante a seconda del punto di vista da cui la si osserva.

La macchina fotografica continua a rimanere un mezzo espressivo d’eccellenza nella produzione artistica di Claudio Cesari, tanto che da un’uscita invernale ricca di suggestioni fornite dalla particolare atmosfera creata dal paesaggio innevato, scaturisce l’eccezionale volume “Bianchi silenzi fra Taro e Po” che verrà presentato durante il “Settembre collecchiese” del 1992.

Il decennio 2000 – 2009 vede Cesari impegnato in una produzione artistica che lo avvicina a temi musicali e poetici oltre che letterari classici e storici: il cantico dell’Inferno della Divina Commedia, l’Orlando Furioso, il Don Chisciotte, la Via dei pellegrini, il Giorno del Giudizio. Questo avvicendarsi di argomenti lo porta gradualmente verso l’informale, segno di una maturazione artistica e della volontà di rendere una nuova complessità attraverso suggestioni cromatiche, più che con le forme, senza mai tralasciare però il tema a lui più caro, quello che rappresenta la sua cifra stilistica sin dagli inizi: il paesaggio naturalistico prevalentemente fluviale.

La sua lunga e positiva attività, nei campi della pittura, scultura, architettura e storia dell’arte, a livello nazionale, anche se ovviamente legata alla tradizione parmigiana e parmense, sono ancora oggi permeati da una vivacità e da una costante ricerca di nuovi linguaggi che rendono la sua opera colta, contemporanea e innegabilmente dinamica.

 

LE OPERE

L’UOMO VEDE NELLA NATURA

SOLO CIò CHE CONOSCE.

John Constable

Paesaggi

Verso sera, 2003 acrilico su tavola, 60&...

Paesaggi

Taro, 2003 acrilico su tavola, 60×6...

Paesaggi

La chiesa di Oppiano, 2007 acrilico su t...

Paesaggi

Primavera nell’aria, 2009 acrilico...

Paesaggi

Bianchi silenzi, 2009 acrilico su tavola...

Paesaggi

Temporale primaverile, 2009 acrilico su ...

Paesaggi

Oppiano, 2007 acrilico su tavola, 92...

Paesaggi

Fioritura autunnale, 2009 acrilico su ta...

Paesaggi

Verso sera, 2007 acrilico su tavola, 40&...

Paesaggi

Tempo di papaveri, 2009 acrilico su tavo...

Paesaggi

Inverno, 2005 acrilico su tela, 80×...

Materici

Nel prato, 2004 acrilico su tavola, 40&#...

Materici

Un giorno di nebbia, 2005 acrilico su ta...

Materici

Pallido sole, 2005 acrilico su tavola, 1...

Materici

Paesaggio invernale, 2004 acrilico su ta...

Materici

Sole d’inverno, 2005 acrilico su t...

Materici

Paesaggio estivo, 2004 acrilico su tavol...

Materici

Sulla riva del Taro, 2005 acrilico su ta...

Materici

Ginestre, 2003 acrilico su tela, 60×...

Materici

Campo di grano, 2003 acrilico su tela, 8...

Materici

Campo di grano, 2007 acrilico su tavola,...

Informale

Ranuncoli, 2005 acrilico su tavola, 100&...

Informale

Ma presto verrà il tempo arido e melodi...

Informale

E il tempo color di pioggia e di ferro ...

Informale

Terra mia di cui porto l’immortal ...

Informale

Il rosa, il giallo e il pallido viola di...

Informale

Così quando intorno mi sorride la natur...

Informale

Voglio un amore doloroso, lento, che len...

Informale

Come sei più lontana della luna, ora ch...

Informale

Il simulacro di colei che amore prima in...

Informale

Ella passa radiosa, come la notte di cli...

Informale

Che pensieri soavi, che speranze, che co...

Informale

Io amai sempre et amo forte ancora et so...

Informale

Come sono pesanti i giorni, a nessun fuo...

Informale

Un po’ di sole, una raggera d̵...

Informale

Rocce brune splendono al sole nell’...

Informale

Parte la donna mia: pietà, se trova pie...

Informale

L’amor che move il sole e l’...

LE FOTO

Nelle sue fotografie, come nel resto della sua produzione artistica, riecheggia quella sua capacità di catturare luci e forme per restituirle come impressioni ed emozione che vanno ben oltre alla riproduzione del reale rendendo possibile una comunicazione che sfocia in un dialogo aperto con lo spettatore. Attraverso la fotografia ha affinato la sua capacità d’impaginazione, di scelta del taglio dell’immagine che tengono conto della densità della luce e consistenza dei volumi.

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