IMPEGNO AMBIENTALISTA
Tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima degli ani Settanta, l’attenzione del pubblico viene prepotentemente investita da due annose questioni ambientali: la parziale distruzione dei Boschi di Carrega, a causa di un’insistente speculazione edilizia che rischia di rovinare irrimediabilmente il territorio, e il potenziamento della raffineria di petrolio di Fornovo Taro, che minaccia la natura del fiume così caro all’artista.
Questi avvenimenti smuovono le coscienze di molti giovani che come lui sentono la necessità di salvaguardare l’ambiente fluviale e quella rara “foresta in pianura” che costituisce un polmone verde per la città e i comuni circostanti, oltre che un patrimonio storico, architettonico e artistico.
Sono questi i catalizzatori che favoriscono, nel 1975, la nascita della sezione locale di “Italia Nostra” di cui Claudio Cesari sarà, fino a tempi recenti, presidente e carismatico leader. Oltre ai temi prettamente ambientalisti, “Italia Nostra”, si impegna da subito nella questione culturale che gravita attorno all’uomo e alla sua identità culturale per la difesa delle peculiarità urbanistiche, architettoniche, artigianali, della tradizione e folcloristiche in senso lato.
Dal giugno 1984 “Italia Nostra” diventa un vero e proprio centro culturale dove si svolgono concerti, conferenze, riunione, e conferenze di vario genere.
In questo periodo Claudio Cesari approccia, oltre al disegno in bianco e nero per dare sfogo al suo spirito più poetico, la tecnica dell’acquerello che adotta in particolare per rendere i temi paesaggistici che più gli sono cari: gli scorci del fiume, del quale riprende, alla maniera degli impressionisti, il mutare della luce e delle sue tonalità, nelle diverse stagioni e momenti della giornata.
Nel 1985 nasce una nuova rivista di carattere ambientalista: “Parma Natura”, che cambierà successivamente testata in “Ambiente e natura del Po e degli appennini”, della quale Claudio Cesari fa parte fin dal primo numero del comitato di redazione.
Nel giugno 1987 sono in programma le elezioni politiche e l’artista, insieme ad altri ecologisti, decide di candidarsi alla Camera per cercare di apportare un significativo contributo alla diffusione dei temi ambientali. Il suo impegno politico non si limiterà a questo frangente, ma, sempre con gli stessi precisi intendimenti sarà protagonista della scena politica locale.
ISPIRAZIONI
Nel suo processo creativo ha un forte peso l’ispirazione fornitagli dalla moglie, Miranda Amoretti, delicata e sensibile poetessa, autrice di versi spesso dedicati ai temi naturalistici che il marito tratta con il pennello o la reflex. Una testimonianza di questo connubio è sicuramente il volume intitolato “Collecchio, la sua terra, la sua gente” che raccoglie fotografie di paesaggi della campagna, del bosco e del fiume, ma anche delle opere dell’uomo.
È nei primi anni Novanta che Cesari inizia a orientare la sua sperimentazione sul paesaggio materico, che permette allo spettatore di godere di un’opera cangiante a seconda del punto di vista da cui la si osserva.
La macchina fotografica continua a rimanere un mezzo espressivo d’eccellenza nella produzione artistica di Claudio Cesari, tanto che da un’uscita invernale ricca di suggestioni fornite dalla particolare atmosfera creata dal paesaggio innevato, scaturisce l’eccezionale volume “Bianchi silenzi fra Taro e Po” che verrà presentato durante il “Settembre collecchiese” del 1992.
Il decennio 2000 – 2009 vede Cesari impegnato in una produzione artistica che lo avvicina a temi musicali e poetici oltre che letterari classici e storici: il cantico dell’Inferno della Divina Commedia, l’Orlando Furioso, il Don Chisciotte, la Via dei pellegrini, il Giorno del Giudizio. Questo avvicendarsi di argomenti lo porta gradualmente verso l’informale, segno di una maturazione artistica e della volontà di rendere una nuova complessità attraverso suggestioni cromatiche, più che con le forme, senza mai tralasciare però il tema a lui più caro, quello che rappresenta la sua cifra stilistica sin dagli inizi: il paesaggio naturalistico prevalentemente fluviale.
La sua lunga e positiva attività, nei campi della pittura, scultura, architettura e storia dell’arte, a livello nazionale, anche se ovviamente legata alla tradizione parmigiana e parmense, sono ancora oggi permeati da una vivacità e da una costante ricerca di nuovi linguaggi che rendono la sua opera colta, contemporanea e innegabilmente dinamica.
PAESAGGI: Il paesaggio, in particolar modo quello fluviale del Taro, è un tema molto caro a Cesari, con esso instaura un dialogo nella misura tale da lasciare confluire in lui un “sentire” le cose per interiorizzarle e rendere possibile quel mutamento di spirito, che solo un artista come lui riesce poi a rendere come opera, come esperienza estetica che mira a rilevare l’intima struttura dei fenomeni per insegnarci a vedere ciò che la nostra sensibilità non è in grado di cogliere.
INFORMALE: Il passaggio da una pittura di tipo post-impressionista a una informale aniconica si può cogliere già nelle sei grandi tavole presentate per la mostra “Mythos & Mito” tenutasi alla Rocca di Sala Baganza nella primavera del 2004.
In esse permangono riferimenti naturalistici, grazie alla struttura compositiva, che sono però meno individuabili nelle forme, ormai dissolte, e cedono il passo alla significazione della componente cromatica.
TEMI LETTERARI: Nella sua ricerca di matrice informale Cesari realizza cicli che omaggiano i sommi poeti come Dante e Ludovico Ariosto, personaggi come Don Chisciotte e temi di astrazione più religiosa, come per il ciclo “Sulla via dei pellegrini” e infine poeti a lui più vicini, come Giovanni Pascoli, Vincenzo Cardarelli, Salvatore Quasimodo e Attilio Bertolucci senza tralasciare una delle sue più fervide fonti d’ispirazione, la sua musa per eccellenza e compagna di vita, la poetessa Miranda Amoretti.
Nelle sue fotografie, come nel resto della sua produzione artistica, riecheggia quella sua capacità di catturare luci e forme per restituirle come impressioni ed emozione che vanno ben oltre alla riproduzione del reale rendendo possibile una comunicazione che sfocia in un dialogo aperto con lo spettatore. Attraverso la fotografia ha affinato la sua capacità d’impaginazione, di scelta del taglio dell’immagine che tengono conto della densità della luce e consistenza dei volumi.
7 settembre – 22 settembre 2013
LA PIOGGIA NEL PINETO
Nel 150° anniversario della nascita di Gabriele D’Annunzio
7 settembre – 22 settembre 2013
SETTEMBRE, ANDIAMO…
Nel 150° anniversario della nascita di Gabriele D’Annunzio
18 maggio – 3 giugno 2012
L’AMOR CHE MOVE IL SOLE E L’ALTRE STELLE
Palazzo Dalla Rosa Prati – PR
2 – 25 aprile 2011
TARO: eterna suggestione
Corte di Giarola – Collecchio – PR
18 febbraio – 8 marzo 2012
COME VARIA IL COLORE DELLE STAGIONI
Maison Olivier – PR
27 febbraio – 27 marzo 2010
OPERE 1962 – 2010
Palazzetto Eucherio Sanvitale – Parco Ducale – PR
2006
IL TARO RACCONTA
Novembre 1991 – Fotografie
BIANCHI SILENZI FRA TARO E PO
ITALIA NOSTRA Sezione di Collecchio e della Valle del Taro
Luglio 1989 – Fotografie
COLLECCHIO: la sua terra, la sua gente
ITALIA NOSTRA Sezione di Collecchio e della Valle del Taro
Recensione di
Manuela Bortolotti
Recensione di
Giovanni Ortolani
Recensione di
Ubaldo Delsante
Recensione di
Fabrizio Sabini
Recensione di
Mauro Carrera
Recensione di
Anna Mavilla
Recensione di
Marzio Dall’Acqua